mercoledì 8 giugno 2011

Rivolti a Maria

Scritto da Luca Speziale ( della Fraternità San Carlo ) il 25 maggio 2011
Quand’ero piccolo, avevo forse otto o nove anni, spesso mi capitava di rimanere sveglio fino a tardi, nel mio letto. Pensavo a tante cose. Un pensiero ricorrente era quello dell’aldilà: «Cosa ci sarà mai dopo la morte? Chi ci aspetterà? Quanto durerà?». Una sera andai nella stanza dei miei genitori, svegliai mia mamma e le dissi delle mie paure, delle mie domande e che non riuscivo a dormire. Lei mi disse: «Non preoccuparti. Prendi il rosario, prega la Madonna e vedrai che tutto passerà».

Allora prendevo il rosario che mi aveva regalato mia nonna, un rosario pesante, di grani grossi, forse addirittura di vetro, e incominciavo: «Ave Maria, piena di grazia…». Dopo qualche minuto le nubi dei dubbi, delle domande irrisolte, delle ansie sparivano e cadevo in un sonno profondo.

A partire dalle scuole medie smisi di pregare, fino all’ultimo anno di università, quando incontrai un prete della Fraternità che di fronte alla difficoltà che gli facevo presente di non riuscire a sperimentare davvero la presenza di Gesù come qualcosa di reale, mi disse: «Perché non ricominci a pregare? Magari anche solo una decina del rosario alla mattina…».

Mi ritornarono in mente le parole che mia madre mi disse quella notte e andai a cercare il grosso rosario della nonna. Ovviamente in mezzo a tutte le cianfrusaglie della mia camera non lo trovai. Così ne comprai uno. Mi sembrò di ritornare bambino, di poter respirare di nuovo quella fede semplice che mia nonna e mia mamma mi avevano insegnato.

Entrato in seminario, con il passare degli anni, ho cercato di coltivare quello che oggi sta diventando quasi un fatto abituale. Quando le piccole ferite della giornata, come i “no” detti a qualcuno oppure gli sgarbi ricevuti, non mi lasciano tranquillo, mi fermo un attimo, anche solo pochi minuti. Dico una decina e mi ripeto: «non preoccuparti, prega la Madonna». Così sto iniziando a capire ciò che mia madre mi aveva insegnato. Più che rincorrere affannosamente le risposte ad ogni piccola domanda, mi rivolgo a colei che sola può darmi la pace, accompagnandomi lungo il giusto sentiero.

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