lunedì 11 gennaio 2010
Messaggio di Madre Elvira - Gennaio 2010
La Comunità desidera essere un segno di speranza nel mondo, nelle famiglie, nel cuore dell’uomo. Tanti di voi sanno che ormai da molti anni vivo a fianco di ragazzi smarriti, emarginati, sbandati, drogati; la mia speranza attraverso di loro è diventata più vera, più concreta, più viva, è diventata esistenza.
Tutti abbiamo in noi il germe della speranza: desideriamo un futuro migliore, la guarigione, la salute, la pace, la serenità.... e soprattutto in questo momento, all’inizio di un nuovo anno, nel cuore di tutti si accende la speranza in un futuro migliore. Anno nuovo, vita nuova… si è soliti dire, ma in realtà noi stiamo sperimentando che la vera speranza non è solo qualcosa, è Qualcuno.
Dio Padre ci è venuto incontro rivelandoci il Suo volto per mezzo del Figlio, ed è in Lui che la nostra speranza affonda le sue radici, in quel Gesù nato a Betlemme duemila anni fà, che è morto e risorto per noi, e ci dice che la morte non ha più l’ultima parola. È Lui la speranza da annunciare, da urlare, da gridare a tutti.
In questo modo ciascuno di noi è una speranza viva per l’altro, ciascuno ne è costruttore.
La malattia più grande del nostro mondo è la tristezza, l’indifferenza, la solitudine
Il mondo attende annunciatori di speranza come una terra arida attende l’acqua.
Dio nella sua gratuità ci ha scelti per questo, ci ha dato la forza di seguirlo, ha messo nei nostri cuori il desiderio di abbracciare l’umanità ferita.
La speranza viva che è in noi deve diventare amore nei gesti, nelle opere, nella vita, nell’accoglienza universale dell’uomo. Noi vogliamo essere questa Chiesa viva, operante, amante dell’umanità.
Per servire Cristo nelle Sue membra, nei poveri, dobbiamo essere innamorati di Dio, pazzi per Lui. L’energia viene da questo "feeling" con Dio prima che da ogni altra persona, prima del marito, della moglie, dei figli, della famiglia, che sono tutti doni
di Dio e che diventano tanto più preziosi quanto più rispondiamo con il cuore e con lo sguardo a Lui.
Ecco perchè noi abbiamo aperto le porte ai giovani, perchè prima avevamo già spalancato il nostro cuore a Dio.
Il Padre ci chiama a collaborare, a far crescere questa speranza che è Gesù Risorto in mezzo all’umanità ferita che attende di ritrovare la luce.
Che Gesù ci faccia il dono di contemplare I Suoi occhi, il Suo volto, il Suo cuore negli occhi e nel volto di chi, ogni giorno, incontriamo sul nostro cammino. Ci doni un cuore povero, libero, buono, semplice come il Suo, perchè chi ci incontra possa incontrare e vedere brillare Lui in noi.
*fonte: www.comunitacenacolo.it
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