di Raffaella Frullone
19-01-2012
Uno dei best sellers dell’anno appena concluso in Venezuela, parla di castità. Nel paese caraibico, dove l’età del primo rapporto sessuale è scesa a 10 anni e dove le giovanissime vendono al miglior offerente “la prima volta”, a fare successo è un libro che riscopre il valore desueto della verginità.
Edito dal gruppo Planeta e al momento disponibile solo in spagnolo, “Virgen a los 30” ovvero “Vergine a 30 anni” è scritto da una giornalista dal fisico mozzafiato. Con il suo 90-60-90 e il suo metro e 75 centimetri di altezza, Vivian Sleiman lavorava come modella, una carriera decisamente promettente che la portò, nel 2001 ad un passo dal concorso di Miss Venezuela, che a sua volta le avrebbe aperto le porte allo scintillante mondo della moda e dello spettacolo. In quel giorno di 11 anni fa che per la prima volta Vivian si sente svilita, quando un giurato le propone "una scorciatoia" per vincere la gara di bellezza, un compromesso grazie al quale la giovane modella avrebbe potuto ottenere facilmente la corona del concorso, se avesse rinunciato alla cosa più intima che poteva donare. Rifiutando ha detto addio al mondo delle miss.
Ultima di quattro fratelli, Vivian Sleiman racconta che quella di arrivare casta a 30 anni non era un’idea a cui aveva pensato da bambina, ma che si era fatta strada dentro di lei nel tempo. Mamma musulmana e padre cristiano, entrambi libanesi, i suoi genitori hanno divorziato durante gli anni dell’adolescenza, eppure l’ex modella afferma che è stato proprio lo stile di vita della madre ad ispirarla.
«Mio padre è l’unico uomo che mamma abbia mai baciato, è lei il mio modello da seguire. Non ho fatto nulla di straordinario, ma confesso che ad un certo punto della mia vita ho sentito la necessità di gridare al mondo quanto fosse necessario, soprattutto per noi donne, recuperare i valori perduti».
Vivian dichiara che la sua religione è quella dell’amore, sottolinea che la decisione di rimanere vergine non è stata un obbligo, ma che sente come naturale aspettare l’uomo giusto, quello della vita. «Se arriva, naturalmente – sottolinea. – Sono una donna appassionata che vive le emozioni con molta intensità, se ho deciso di non unirmi ad alcun uomo è proprio perché credo all’amore. Quello autentico, che va oltre il fisico, quello che diventa l’incontro di due anime». Nel volume la Sleiman parla anche del diritto della donna di farsi “aspettare” e del dovere dell’uomo di “attendere” il momento giusto.
E il tema deve aver toccato corde particolarmente sensibili se il libro ha venduto in pochi mesi 8000 copie. Un esempio di come la modernità possa sposarsi col rispetto della dignità della donna, un esempio che racconta come l'anelito al dono totale sia scritto nel cuore di ogni donna.
«Nel pieno del XXI secolo mi chiedo se sta sbagliando il mondo che ho attorno, oppure se sto sbagliando io, non lo so. So che come donna mi sono sentita frustrata in molte occasioni e oggi mi sento fortificata, mi sento bene perché non ho rinunciato ad essere me stessa».
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