Scritto da Andrea Marinzi il 12 ottobre 2011 ·
Bologna, 27 settembre 2011 -
Caro don Massimo,
c’è un fatto che mi torna continuamente alla mente e mi accompagna in questi primi giorni di scuola. È accaduto quest’estate alla Giornata Mondiale della Gioventù, durante la veglia del sabato sera, nell’immensa spianata della base aerea tutta piena di giovani. Il programma prevedeva un momento di dialogo col Papa e,
a seguire, l’adorazione eucaristica. In effetti, all’orario convenuto, Benedetto XVI è salito sul palco, ha ascoltato le domande di cinque ragazzi ed ha cominciato a rispondere. Naturalmente si trattava di un discorso preparato da lungo tempo, ma il Papa ha potuto soltanto iniziarlo, perché aveva pronunciato soltanto poche parole quando è scoppiato il temporale, accompagnato da forti raffiche di vento. Il discorso è stato interrotto, mentre tutti cercavano di ripararsi come potevano.
Rivedendo le immagini su internet, mi sono accorto di come il Papa abbia atteso immobile diversi minuti, forse addirittura venti, nella speranza di poter ricominciare. Alla fine ha desistito, e dopo averci augurato la buona notte, è rientrato. Ci accingevamo ormai ad organizzarci per la notte, quando la pioggia è cessata e il Papa è tornato di nuovo sul palco. Credevamo riprendesse il suo discorso dal punto in cui l’aveva lasciato, invece no, non ha più parlato. Semplicemente ha posato l’ostensorio sull’altare, ha voltato le spalle alla folla, e si è messo in ginocchio a pregare. Allora sul grande prato dei Quatro Vientos è sceso un profondo silenzio, intenso e trepidante: nessuno più cantava, nessuno parlava, nessuno si muoveva. Tutti hanno puntato lo sguardo verso l’altare e si sono inginocchiati, anche se il prato era bagnato e si era formato del fango. Tutti a pregare insieme al Papa, che fissava l’Eucarestia come si guarda un amico carissimo.
Allora ho capito che tutti quei ragazzi volevano soltanto Cristo. Non erano andati a Madrid soltanto per divertirsi, per l’entusiasmo un po’ vuoto di chi vuole partecipare a una festa. Cercavano quel Cristo che il Papa indica a tutti con decisione e tenerezza, anche a costo di rinunciare al discorso tanto a lungo preparato. Mi sembra un esempio stupendo di cosa voglia dire educare.
Ciao, Andrea
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