giovedì 24 marzo 2011

Riflessione

Cari amici,


le grandi catastrofi, specie nel mondo globalizzato, impressionano e ci richiamano alla miseria della condizione umana, contrassegnata inesorabilmente dalla sofferenza e dalla morte.

Ogni uomo nasce inchiodato a una croce e su quella muore. Nessuno è mai riuscito a schiodarlo.

"A causa del peccato è entrata la morte nel mondo" (S. Paolo). "La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo" (Libro della Sapienza).

Dio infattii aveva creato l'uomo in una condizione felice, esente dalla sofferenza e dalla morte, e predestinato alla gioia del cielo.

Il Padre ha inviato il Figlio "negli inferi della condizione umana" (Benedetto XVI), per liberarci dal male e dalla morte e per ridonarci la vita immortale.

Ora dobbiamo guardare alla nostra condizione umana alla luce di Gesù risorto. Gli uomini sono chiamati per grazia a partecipare allo splendore della sua gloria.

La terra non è più un'immesna tomba senza speranza, ma il luogo della resurrezione dei morti.

Dio governa il mondo con infinita sapienza e, se permette un male, ne trae un bene maggiore. Tocca a noi comprendere il messaggio che viene dagli avvenimenti.

Dopo quello che è accaduto in Giappone gli uomini hanno incominciato a riflettere sul pericolo di autodistruzione che incombe sull'umanità. Saranno capaci di evitare la distruzione della terra?
padre Livio

Nessun commento:

Posta un commento