lunedì 4 marzo 2013
Pietro è vivo!
L'esperienza unica e inattesa che per la bontà del Santo Padre ho vissuto partecipando al Sinodo dei Vescovi sull’Eucaristia, ha lasciato il mio cuore traboccante di gioia e trepidazione. L’ascolto di quanto i Padri sinodali hanno condiviso circa le gioie, le attese, le sofferenze e le speranze della Chiesa universale, mi ha convinta ancora di più della bellezza del volto di nostra Madre, la Chiesa.
Mi sono sentita immersa nella ricchezza della testimonianza dei credenti di ogni parte del mondo lì rappresentati, rinvigorita nella fede e nella speranza, accarezzata e sostenuta dal cuore della cristianità, confermata in quella “rinascita eucaristica” che propongo ai giovani disperati che bussano alle porte della nostra Comunità da tanti anni. Sento, dopo questo “tempo di grazia”, di essere ancora più innamorata e grata alla Chiesa per ciò che è: fortezza di ideali, luce che illumina il cammino e orienta le scelte di ogni uomo, servizio verso i più poveri, pane spezzato per chi soffre, sicurezza per tutti.
La Chiesa è giovane in forza di gente che dona la vita, che dona il sangue, giorno dopo giorno senza paura, trovando il coraggio e la fedeltà nella comunione eucaristica, nell’incontro con il corpo crocifisso e risorto di Cristo, che a un certo momento trasforma anche il nostro corpo in Eucaristia: diventiamo più puliti, più generosi, più Gesù. Noi ci nutriamo di Lui e pian piano siamo rinnovati in Lui: non siamo più noi a vivere, ma Cristo vive in noi, rendendoci pane buono, spezzato per i fratelli. È questa offerta della tua vita che rende vivo il Popolo di Dio, tutto quello che fai di bene: il seminare sorrisi, bontà, parole positive, incoraggiamenti, la forza di portare le croci del fratello sulle tue spalle, il tuo sacrificio che si fa dono senza limiti…
Gli Apostoli hanno vissuto questo. Hanno seguito Gesù e dopo la Pentecoste, da quel Cenacolo, hanno cominciato ad annunciarlo a tutti: così è nata la Chiesa. E Pietro è rimasto sulla terra nella persona del Papa: chi non lo ha ancora avvicinato almeno una volta, non può capire il mistero luminoso di questa presenza viva che lo abita. Allora vai là, guardalo negli occhi e vedrai che Pietro è vivo, perché senti, avvicinandoti, che lì c’è la tenerezza di Dio, la bellezza di una presenza che rimane, che ti dà sicurezza. Lì senti una dimensione che non è più solo terra, che non è più solo momento storico; c’è qualcos’altro che va oltre ciò che vedi, è qualcun’altro che abita quella persona che incontri: è Pietro che continua a guidarci all’incontro con il Maestro.
Quel Figlio di Dio nato a Betlemme, che significa “casa del pane”, ci viene incontro anche oggi su ogni altare del mondo. Come i pastori e i magi, possa ciascuno di noi, nella notte del cuore che ogni uomo vive, sentire la fame di quel Bambino deposto nella mangiatoia e contemplare la luce della sua presenza.
Nel cammino di questi duemila anni di storia, uomini e donne di ogni lingua, razza e cultura, affascinati dall’incontro vivo con quel Bambino, hanno seminato la sua luce sino agli estremi confini della terra: sono stati loro la Chiesa, che porta a tutti il Pane della Vita, e oggi questa Chiesa sono io, sei tu, siamo noi!
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