Scritto da Andrea Marinzi il 7 luglio 2010 ·
Bologna, 18 aprile 2010
Caro don Massimo,
diverse volte mi capita di ascoltare i ragazzi delle medie che si lamentano della scuola e della fatica dello studio. Ne provo sempre dispiacere, anche perché la nostra è un’ottima scuola, con professori appassionati e capaci di introdurre i ragazzi al fascino della conoscenza. Per questa ragione, invece di fare discorsi
sull’importanza dello studio, ho proposto ad alcuni ragazzi di trovarci a studiare insieme un pomeriggio alla settimana. Hanno accettato volentieri, forse spinti più dalla simpatia che provano per me che dalla voglia di mettersi davvero sui libri. Ma io ho posto le mie condizioni con molta chiarezza: chi vuole venire me lo deve chiedere almeno il giorno prima tramite sms; occorre arrivare alle 14.30 puntuali, chi arriva tardi resta fuori; si inizia insieme, con una preghiera, poi si studia senza pause fino alle 16.30; chi finisce i compiti in anticipo non può rimanere nelle sale comuni; chi disturba non può venire la settimana successiva. Così si capisce perché abbiamo deciso di chiamarci Gruppo SV, che sta per Studio Violento.
Quelli che hanno iniziato con me hanno continuato a venire, poi si sono aggiunte altre persone. Adesso siamo più o meno venticinque ogni mercoledì, senza aver stampato nemmeno un volantino. Mi aiutano alcuni studenti universitari che vengono a fare caritativa. E mi aiuta anche Silvia, prof di inglese giovane e brava, che garantisce la conduzione del gesto anche quando io non ci sono. Si studia seriamente, a piccoli gruppi –non più di tre per tavolo–, con l’aiuto dei grandi. Due ore filate, senza interruzioni. E non ce n’è uno che si lamenti. Anzi, se mi mandano l’sms tardi, temono che i posti siano esauriti e mi supplicano di accettarli lo stesso.
Io li sfido sempre ad essere amici, cioè a richiamarsi gli uni gli altri allo scopo per cui ci troviamo, a riprendere chi si distrae, ad aiutare chi è più lento, a rimettere al lavoro chi si stanca. E poi, tutte le volte che finiamo, domando loro se non è vero che a studiare così si fatica di meno, si impara di più e ci si ritrova più soddisfatti. Rispondono sempre di sì, e il mercoledì dopo vogliono tornare. Una volta mi hanno detto che dopo aver studiato bene è più bello anche giocare, e non mi sembra una scoperta da poco. Forse è un aiuto per imparare ad usare il tempo con gusto e responsabilità.
Ciao, don Andrea
Grazie don Andrea di questa tua testimonianza. gz
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