SE TU NON MI GUARDI
scritto da Emmanuele Silanos il 22 dicembre 2010
A un certo punto, senza neanche accorgermi, distolgo lo sguardo da lei e riprendo a parlare con l’amico con cui stavo chiacchierando poco prima. Sennonché, dopo un po’, mi giro e vedo che la “Mei-Mei” è lì, che mi guarda. Silenziosa, con l’aria delusa. E’ sempre sullo scivolo, ma non fa più avanti e indietro. E’ seduta. E continua a guardarmi.
Era come se mi stesse dicendo: “Sì, ma se tu non mi guardi, che senso ha quello che sto facendo? Se tu non mi guardi cosa serve che io faccia avanti e indietro, su e giù dallo scivolo?”. Ecco, in quel momento ho capito che io sono come quella bambina. Che ciascuno di noi è come quella bambina. Che ciascuno di noi ha bisogno di essere guardato da qualcuno che ti ama, che ti vuole bene e che ti dice che quello che fai ha un senso. Altrimenti, che senso ha tutto il mio impegno nella vita, tutto il mio andare avanti e indietro, il mio lavoro, la mia fatica, se non c’è uno che mi guarda adesso, uno che mi ama e mi vuole bene?
Ecco, il Natale è la festa che ci ricorda che Dio da sempre ci guarda e ci vuole bene, al punto che decide di farsi come noi per poter stare con noi sempre e dirci che quello che facciamo ha un senso, perché c’è Lui che ci vuole bene e ci guarda. Noi siamo a Taiwan per dimostrare a questo popolo che c’è qualcuno che li guarda e li ama. E possiamo farlo perché siamo a nostra volta guardati e amati.
Ma Gesù è anche quel Dio che ha deciso di diventare piccolo come noi, piccolo come te e me, piccolo come un bambino piccolo. E ci chiede la stessa cosa che chiedeva quella bambina: “Guarda, guarda me”.
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